Sommario
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La
cattiveria del corridore
Editoriale. Il dovere di un giornale
per lanciare un grande dibattito tecnico
Dopo il Tour la
gente era irritata. Perché?
Momenti belli e momenti modesti della
sfida tra lo spagnolo Contador e il lussemburghese Schleck sono
presto passati in secondo piano. Dal giorno della conclusione sui
Campi Elisi tutti gli appassionati di ciclismo in tutta Europa si
ponevano la stessa domanda scuotendo parecchio la testa. E non era
sulla forza dei due o il valore della maglia gialla
Facciamola finita
con questo buonismo I tifosi
non hanno apprezzato quell’ultimo spettacolo del finto scatto
di Contador e la reazione di Schleck in vista di Parigi Ne abbiamo
parlato con Fiorenzo Magni «Una vera pagliacciata. La gente
va rispettata. Assurda anche l’operazione di Cancellara e
ridicola l’accusa a Contador per l’infortunio alla
catena di Schleck»
Il ciclismo più
bello è sfida senza pietà Quando Coppi conquistò la maglia rosa togliendola
ad Astrua, vittima di una caduta. Quando Poulidor finì in un fosso
lanciato dal suo meccanico dopo una foratura e Anquetil salvò il
Tour. Poi la caduta di Koblet addosso a una bambina. Ma il gruppo
sotto choc rallentò...
Due modi diversi
d’essere campioni Schleck/Contador: chiediamo ad Alessandra De
Stefano, che passionalmente propende per il lussemburghese, di
descrivere i due protagonisti del Tour, al di fuori delle
esibizioni buoniste. E lei vuota il sacco e si affida ad uno
sguardo di sfida tra i due, colto alla fine, sui Campi Elisi. Ma
c’è tanto da dire…
Ma perché
Contador scivolava sulla sella? Lo avete visto in tv? Nella crono finale ogni
quattro o cinque pedalate l’asso spagnolo con un colpetto di
reni si riportava indietro sulla sella. Ma perché? Cosa lo induceva
a questo movimento? E soprattutto il suo rendimento ne ha
risentito? Vediamo di ragionare tecnicamente
sull’episodio...
Il segreto di
Alberto confessato dal “Tira” Va bene Schleck che è migliorato, ma il rendimento
di Contador non convinceva. Così abbiamo ripreso il discorso con
Tiralongo. E dalla memoria sono saltati fuori gli elementi per
capire. Prima del Tour lo spagnolo ha avuto una forte influenza.
Poi l’allergia, un virus intestinale e ancora febbre. La
vittoria? Un miracolo...
A Melbourne chi
sarà il capitano degli azzurri? Chilometri di ragionamenti con Bettini lungo i...
chilometri di un’autostrada. Sembrava di parlare con Franco
Ballerini. «Prima di tutto voglio un gruppo compatto. Gente da
classiche del Nord. Poi vedremo chi comanderà. Pozzato si candida?
Fa bene è un campione. Ma voglio ancora qualche segnale, decideremo
strada facendo»
La legge di
Pozzato se farà il capitano «Ho studiato il mondiale. Non è per velocisti. I
primi 100 chilometri in linea sono pericolosi. Se va via una fuga,
addio sogni. E la fuga ci sarà a causa del vento. I protagonisti
arriveranno sfiniti. Nella volata dei superstiti, io ci sarò.
Voglio uomini fidatissimi e con gli attributi Ballero mi aveva
detto: E’ per te...»
La
storia d’un uomo che laggiù ha già
vinto Ecco il racconto della
vittoria olimpica di Ercole Baldini. E il famoso
“giallo” del podio. Si aspetta l’inno di Mameli
Non parte. Dal pubblico qualcuno comincia a cantare e la voce degli
italiani emigrati in Australia sale forte «Fu così emozionante, il
cuore mi batteva forte» ricorda il romagnolo
Ma Cunego è
ancora un grande campione? Proviamo ad analizzare col corridore (molto
disponibile) una domanda che si pongono soprattutto i tifosi
affamati di emozioni. Quelle che Cunego aveva promesso dopo il Giro
d’Italia vinto in giovanissima età, tre Lombardia,
un’Amstel, un argento al mondiale. Perchè un indubbio talento
naviga nelle nebbie d’una grigia normalità?
Oscar
Gatto In confidenza. Data di
nascita: 1 gennaio 1985 - Luogo: Montebelluna - Peso: 69 chili
Altezza: 1,74 - Professionista dal 2007 - Vittorie: 2 - Squadra:
Isd-Neri
Reattività e
rigidità in nome del “Panta” Il collaudo. Pantani Corsair
Comfort garantito con la fibra Fact
11R Il collaudo. Specialized
S-Works Roubaix Sl3
Merlini
scatta, Prato nel mirino Marcelli prova a prendere il largo, il ligure
invece ha il fiato sul collo dello scatenato Merlini, a un passo
dall’aggancio. I due leader devono fare i conti col giovane
toscano che punta in alto. Occhio a Botta che viaggia a ridosso del
podio
Locatelli attacca
Battaglin lo infila GP
Capodarco / Enrico Battaglin, leader del Prestigio, vince alla
maniera dei grandi la corsa marchigiana. Poi esplode in tutto il
suo entusiasmo. «Questo - dice - è il mio successo più bello: non
sembrava di essere a una gara di dilettanti piuttosto
sull’Alpe d’Huez, tanta era la gente a guardarci»
Battuti Stefano Locatelli, scalatore fortissimo, e Arredondo Decide
tutto il Muro finale assiepato da migliaia di ragazzi...
E
Santoro si regala una fuga da Pirata Il piccolo scalatore di Potenza, già terzo al
GiroBio si prende il Giro delle Valli Cuneesi. Fa come Pantani. Una
vittoria di assaggio e il giorno dopo impresa sulla Fauniera con un
minuto sul secondo. Corsa dura e splendida. La Mastromarco recita
da padrona
Azzurrini
beffati, Francia padrona Mondiali Juniores / Sfide iridate in Italia. A
Offida splendido borgo marchigiano, le prove su strada. A
Montichiari, nel nuovo velodromo, le gare su pista. Scontro fra
Italia e Francia su strada, ma i transalpini hanno una marcia in
più. Fra gli uomini vince Le Gac e Toniatti, partito troppo presto,
finisce nelle retrovie. Fra le donne, prima Prevot e Ratto seconda.
Organizzazione impeccabile, l’Uci entusiasta. E nel 2011 ad
Offida si correranno gli europei U23
Gimondi mondiale
pilotato dal “Cit” Il 2 settembre 1973, sull’auto
dell’Italia alle spalle di Gimondi siede Nino Defilippis,
detto il “Cit”. E’ al debutto, ma non ha avuto
paura a puntare su Felice che lo ricambia vincendo. Defilippis se
ne è andato a luglio a 78 anni. E Gimondi ha voluto ricordare con
noi quel giorno felice in Spagna di quaranta anni fa...
Cavendish
stravince, ma pochi lo amano Un mese e mezzo d’inferno per
l’inglese che dal Romandia ai primi giorni del Tour si è
guadagnato una pessima reputazione. Ha causato cadute. Provocato
con i suoi gestacci. La squadra lo ha mandato a casa E’ stato
multato. Il gruppo ha scioperato contro di lui. E anche se al Tour
è tornato a vincere, molti lo guardano di traverso...
Eravamo
ad Amburgo I Saloni ascoltino... Primo piano
Senza peli sulla
lingua Ivan Basso/Vincenzo
Nibali. Sono amici o rivali naturali? Sono stati due grandi
protagonisti al Giro d’Italia. Poi uno ha vinto la corsa con
imprese d’altri tempi. E l’altro che a Montalcino aveva
perso la maglia rosa, ha tenuto per tre settimane con una resa da
campione che garantisce per un grande futuro. Pubblicamente si
coprono di lodi...
Caro
Basso raccontaci cosa pensi di Nibali E’ un bel corridore. L’ho studiato.
E’ un personaggio trasparente. Talento naturale. Può fare la
differenza in salita e a crono. In discesa fa paura. Il futuro è
suo. Ma deve imparare ancora. La posizione in gruppo. Il
riscaldamento per le crono. Non mangia nel modo giusto. E dopo cena
il vizietto del caffè…
E Nibali
ci dica cosa pensadi Basso E’ un leader e sa vedere la corsa. Un bel
passista. Non è uno scalatore ma se la cava. In discesa non è certo
un artista. Il recupero è la sua forza Sa motivare la squadra. A
tavola con lui è uno stress. Ha la bilancia negli occhi. Non ama il
computer I problemi glieli risolvo io...
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